Il bagaglio genetico della maggior parte delle donne comprende una buona dose di "predisposizione all'ascolto". Il verbo ascoltare, nell'accezione più divertente del termine, è piacevolmente esplicabile dal tavolo del tuo vicino, in un locale.
Stasera ho "esplicato" il mio ascoltare in un locale di specialità tunisine, che adoro particolarmente, sia per gli ottimi piatti che per la simpatia di chi ci lavora. Dietro di me un gruppo di 3 ragazzi che parlava di lavoro. Ragazzi la cui somma delle età a malapena arrivava a 50, ciuffo talmente alto la cui ombra occupa troppo suolo pubblico (e di conseguenza tanta TOSAP) ed accento tipicamente montato di chi crede di aver grande esperienza dopo aver finito di leggere Topolino qualche ora prima.
Voglio regalarvi due preziosi interventi:
- la ragazza, parlando probabilmente di un'amica che si accingeva a cercar lavoro, forse voleva elencare qualcosa: "Prima di tutto che [..omissis...], Secondo di tutto che tuo marito c'ha un'impresa!" Riportato fedelmente;
- uno dei due ragazzi, probabilmente il più saggio dei due, in un improbabile dialogo immaginario con un datore di lavoro: "Se non mi fai fare il lavoro che mi piace, minimo me ne rimango a casa!"
C'è comunque una morale: Agitare sempre e bene i neuroni prima dell'uso.
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